di Alessio Palmero Aprosio
Continua il racconto matematico in n puntate.
Ritornato in aula, Andrea riprese il suo posto a fianco a Giulia e le raccontò l’accaduto.
– Dici davvero? Complimenti, gliel’hai proprio fatta vedere a quei tipi. – disse lei.
– Non erano poi così cattivi come sembravano, solamente un po’ orgogliosi. Comunque sono sicuro che Luca è un figo, secondo me è molto bravo.
– Di certo è così. Io invece ho conosciuto un po’ di nostri compagni di facoltà. Lui è Dario – disse indicando un ragazzo due file dietro di lei – mentre lei è Chiara. – continuò indicando la vicina.
Andrea si voltò verso di loro e con un gesto simile ad un saluto si presentò. I due risposero con lo stesso gesto.
– Ma mi conoscono già? – chiese Andrea.
– Ho parlato loro di te, visto che eri l’unica persona che fino ad ora avevo conosciuto.
Il docente nel frattempo stava entrando in aula.
– Sta arrivando il professore. Cerchiamo di non farci di nuovo riprendere. – concluse Andrea.
– Buongiorno, – esordì – io sono il vostro professore di geometria. Scusatemi per il ritardo, ma avevo un esame.
Si sentì un brusio dalla platea.
– Ovviamente dovevo far fare un esame ad un ragazzo, non lo dovevo fare io, l’esame! Ma proseguiamo…
L’ora finì in un baleno, il professore salutò e Giulia portò Andrea a conoscere Dario e Chiara.
– Ciao a tutti – esordì Andrea.
– Ciao – rispose Dario, e così fece anche Chiara.
– Voi avete programmi per il pranzo? – disse Giulia, forse per rompere il ghiaccio.
– Assolutamente no. – rispose Andrea.
– Beh, potremmo andare a mangiare qualcosa tutti insieme alla mensa, no?
– Certo, Giulia. – rispose Chiara.
– Possiamo andare con la mia macchina, se volete. – propose Dario.
– Per me va bene – disse Andrea.
Andrea e Dario si recarono nel parcheggio di fronte al dipartimento ed entrarono in auto.
– Che curioso, – disse Andrea – hai un contachilometri che misura anche i metri?
– Sì, non è molto preciso – disse Dario – ce l’hanno messo solo per bellezza.
– Immagino… tra l’altro, se noti, le ultime cinque cifre del numero sono un quadrato perfetto.
– È vero, ma come hai fatto ad arrivarci così in fretta?
– Questione di abitudine. Ma dove saranno finite le altre due.
– In bagno. Sai come sono fatte le donne…
– Già, le amiche si vedono nel momento del bisogno, no?
– Eh, eh. Eccole che arrivano.
Appena si furono avvicinate Andrea urlò:
– Le donne dietro!
– E ti pareva? – rispose Chiara
– Ultime arrivate, male accontentate.
– Andiamo, dai. – concluse Giulia.
– Dove andiamo? – chiese Dario.
– Ti porto io. – rispose Andrea.
La macchina si mosse e in 10 minuti furono a destinazione.
– Ma non c’era una strada più breve? – chiese Dario
– Scusa, mi sono sbagliato… sono anche io nuovo di qui. Va be’, dai, abbiamo fatto un giro della città, no? – rispose Andrea
– Sì, ma mi hai fatto fare 10 chilometri per niente.
– Dieci chilometri? – buttò l’occhio sul contachilometri.
– Anzi, per la precisione 11.111 metri!
– Beh, dai, è una coincidenza piacevole, no?
– Sì, per questa chicca ti perdono l’errore – e sorrise.
– Guarda meglio, – intervenne nuovamente Andrea – le ultime cinque cifre, che poi sono le uniche ad essere cambiate, sono di nuovo un quadrato perfetto!
– Ehi, hai ragione!
– Noi dietro abbiamo fame, senza che stiate tanto a confabulare. Si può sapere di cosa state parlando? – intervenne Chiara
– Appena fuori dalla macchina vi spieghiamo tutto.
I quattro scesero dall’automobile e si diressero verso l’ingresso della mensa.